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Il 22 ottobre si va a votare e si vota Sì.
Contro Maroni per l’autonomia

Se tutto questo è pur vero, il voto del 22 ottobre ha però inequivocabilmente sull’elettorato più attento fortissimi poteri evocativi su un tema come quello dell’autonomia di decisione istituzionale che, da tempo, la ripresa di una attività politica di base con “senso civico” ha risollevato e che, invece, la sinistra al Nord Italia ha sempre accuratamente evitato, quando non combattuto con miopia.

 
 
 

Su via Gola, Perego ha ragione, ma i problemi vanno affrontati con la buona politica

Cosa rispondere alle osservazioni come quelle di Giancarlo Perego su via Gola, purtroppo fondate tre anni fa come adesso? In primo luogo non bisogna agire specularmente ai piromani che si propongono come pompieri con il coretto “tutto va bene madama la marchesa”, negando l’esistenza e la complessità del problema ed il fatto che occorre tempo e denaro, oltre alla volontà politica, per risolverlo: via Gola è ancora in quelle condizioni perché per affrontare un intervento di quelle proporzioni occorre impiegare almeno un migliaio di militari e questi non sono stati mai messi a disposizione.

 

Riforma cronicità in Lombardia: i rischi della novità

La riforma sulla gestione della cronicità, messa a punto dalla Regione Lombardia, vede avviarsi alla conclusione la prima delle due fasi previste, che riguarda la raccolta delle adesioni a svolgere un ruolo di gestore delle prestazioni da parte dei Medici di Medicina Generale (MMG) e di altre strutture tra cui ospedali pubblici, ospedali privati, strutture sociosanitarie.

Navigli aperti. L’incognita di un dibattito senza opposizione

Il dibattito milanese-lombardo sull’apertura dei Navigli non sembra avere opposizione e dunque bene, ma caveat emptor direbbero i latini! Infatti la discussione non dovrebbe essere tanto tra chi è favorevole e chi no ma tra le diverse motivazioni dei favorevoli che non sono banali per fare che questo “sogno” dei più diventi una realtà realizzabile e sostenibile per tutti.

Incendi dolosi? Cercare il gatto

Cercare il gatto è il primo dei consigli che danno gli esperti quando si deve indagare sulle cause di un incendio e capire se è doloso o meno. La tecnica dei piromani, infatti, si avvale, spesso, anche di un metodo semplice quanto atroce: incendiare la coda, magari cospargendola di benzina o di qualche liquido infiammabile, di un gatto che, impazzendo dal dolore, correrà a destra e a manca creando più punti di innesco nel luogo che si vuole bruciare.

 

Quali studenti stranieri è strategico attrarre nelle Università milanesi?

Secondo una ricerca condotta da Politica, Economia e Libertà bisognerebbe concentrarsi sui Paesi in via di sviluppo

 

La questione dei migranti cappeggia sulle prime pagine di tutti i giornali e il dibattito sull’accoglienza attira l’attenzione di editorialisti e commentatori su tutti i media, online e cartacei.
È interessante che al centro di questo dibattito vi siano unicamente low-skilled worker. Persone con bassa qualifica professionale che dovrebbero coprire, come vuole il noto refrain, i “lavori che gli italiani non vogliono più fare”; in realtà, causa un sistema di educazione terziaria professionalizzante inesistente, esistono vaste fasce di sottoccupazione nelle professioni operaie a elevata specializzazione, ma questo è un dato che si tende a tacere.

La creatività lombarda contrasta la tecnofobia

 

La scorsa settimana ha fatto molto rumore la pubblicazione, durante il Forum Ambrosetti, di una ricerca che attualizza i dati di Osborne e Frey (The future of Employment), relativa all’impatto dell’innovazione sul mercato del lavoro. La ricerca è del 2013 e si riferisce al mercato anglosassone, il documento Ambrosetti valuta l’impatto sul mercato del lavoro italiano in 3,2 Mni di posti persi, pari a circa il 15% degli occupati, nei prossimi 15 anni.

 

A rischio sono i giovani, quelli meno preparati, ma anche tra i professionisti c’è chi è più in pericolo: tecnici matematici, commercialisti e analisti del credito.

 

Il ‘passo di lato’ di CL dalla politica e i mal di pancia della ‘vecchia guardia’

E’ vero che Comunione e Liberazione, sotto la guida di don Julian Carron, è passata dalla politica alla “a-politica” o alla “post-politica”? E’ vero che Carron sarebbe tornato a quella “scelta religiosa” che il suo predecessore, Don Luigi Giussani, aveva energicamente contestato fin dagli anni ’60, in nome di una “presenza” cristiana visibile ed efficace? Più d’uno sembra pensarlo, sia dentro che fuori CL, vedi un recente articolo di Dario Di Vico sul Corriere della Sera.

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Investimenti pubblici. Servirebbe una rivoluzione, ma….

A seguito della sciagurata legge Merloni e della miriade di modifiche successive, che hanno di fatto snaturato il concetto di Impresa, retrocessa al ruolo di mero esecutore e non più di protagonista del suo operato, il rapporto tra Committente ed Esecutore è andato vieppiù alterandosi in un regime di diffidenza che negli anni è sfociato purtroppo spesso in comportamenti censurabili.

Chi ne ha fatto maggiormente le spese in termini di immagine è stata l’Impresa, che in realtà ha cercato dapprima di sopravvivere e poi in qualche caso, snaturata nelle sue aspirazioni, di trarre profitti anche surrettizi.

 

Che resta del pool di Mani pulite? Anche Di Pietro si dissocia

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«Ho fatto l’inchiesta Mani Pulite con cui si è distrutto tutto ciò che era la cosiddetta Prima Repubblica: il male, che era la corruzione e ce n’era tanta, ma anche le idee». Aggiunge: «Ho fatto politica basandola sulla paura e ne ho pagato le conseguenze»

In principio, fu Diego Marmo: il pubblico ministero del “venerdì nero della camorra”, la vicenda in cui si vollero impigliare Enzo Tortora e Franco Califano ( tra gli altri, che una moltitudine di altri dimenticati furono, poi, gli assolti). Implacabile, e impagabile, quel suo «ma lo sapete che più cercavamo le prove della sua innocenza, e più emergevano quelle della sua colpevolezza?». Come poi è finita, lo sappiamo bene.


  
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